Il crowdfunding è terminato ed abbiamo raccolto 21.735 €
Grazie a tutti gli "Editori di Rete" che hanno sostenuto il progetto!
Il lavoro della commissione PEGA per indagare sull’uso di software spia da parte di governi Ue si conclude evidenziando assenza di dati, limiti e controlli. Con accuse ai governi e alla Commissione Ue. Tra gli Stati che non rispondono anche l’Italia.
Dall’Italia agli Usa passando per la Francia, cosa dicono le proposte di legge che vogliono limitare i social ai più giovani.
Nella ricerca sul quantum computing cresce il ruolo dei centri di calcolo ad alte prestazioni. Come si muovono Europa, Usa e Cina.

Cosa ci insegna la storia di ELIZA, il primo chatbot che sembrava conversare come un umano. A partire da come il suo creatore divenne un critico feroce della perdita di autonomia dell’umano.

L’AI non è un Paese per pochi
Non è neutrale, non è scontata né definita. Ma poiché influenza la distribuzione del potere deve riguardare tutti.
La decisione di Twitter di far pagare l’accesso ai suoi dati preoccupa giornalisti e ricercatori. E il trend è generale.
Silenzio e ritardi sul sito che doveva garantire il diritto dei cittadini a sottoscrivere a distanza, con firma digitale qualificata, un referendum o un'iniziativa di legge popolare.
L’AI Act si avvia in questi giorni verso il voto in plenaria al Parlamento Europeo. Ecco i nodi principali tra contenuti generati da IA, sorveglianza biometrica e controllo delle frontiere.
Dalle democrazie ai regimi autoritari, dalle politiche di sicurezza a quelle sul controllo dei migranti, aumentano le tecnologie che usano il riconoscimento facciale o altre forme di sorveglianza invasiva. Malgrado gli sforzi europei di mettere alcuni paletti.
Data center localizzati, gateway, controlli esterni: la strategia dell’app per superare le diffidenze europee. Ci riuscirà?
L’organizzazione ha perso la sua prima battaglia per prestare copie digitalizzate dei libri ai suoi lettori online. Ma a rischio ci sono anche le biblioteche.
Analisi dei meccanismi interni di una delle gang cybercriminali più importanti del momento, che si dichiara “apolitica e interessata solo ai soldi”.
La sua cultura ha radici più profonde di quello che pensiamo. Non nasce solo in università. È difficile da documentare. Ha tante facce ma anche una matrice comune. Così argomenta un nuovo libro che esplora l’eredità politica del movimento hacker.
Da mercoledì mattina a mercoledì mattina. Quando abbiamo lanciato il crowdfunding per tutto il progetto Guerre di Rete speravamo ovviamente di raggiungere l’obiettivo minimo che ci eravamo dati (15mila euro), che è quanto necessario per andare avanti almeno un altro anno.
Ma non avevamo previsto di arrivare a quell’obiettivo in una settimana esatta, grazie a 474 donatori che si sono precipitati a sostenerci.
Con il conflitto, la possibilità di automatizzare ulteriormente le armi e le guerre è diventata più vicina. Protagonisti i droni.
Mentre continuano i tagli, crescono proteste, sindacalizzazione e rivendicazioni dei dipendenti del settore tecnologico.
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Rivedete la live di presentazione del progetto Guerre di Rete