Da circa 20 anni blatera di come il movimento opensource avrebbe cambiato il mondo, ma nessuno lo ascoltava. Cosi, ha deciso di andar via dal bel paese e di lavorare fra macchine virtuali, containers e kernel panic di vario tipo. Nella sua prima vita spiegava l'astronomia ai bambini e si divertiva un sacco. Lui, non i bambini.
Mentre le aziende occidentali sfruttano il conflitto per normalizzare i loro prodotti, la Russia applica questa tecnologia per stringere le maglie della sorveglianza. E la esporta pure.
Sulla rete russa non ci sono solo la propaganda e la censura del Cremlino. Esiste anche un altro web che si sforza di tenere aperti i canali per la libertà di espressione.