Giornalista classe 1982, si occupa del rapporto tra nuove tecnologie, politica e società. Scrive per Italian Tech, Wired, Domani, Il Tascabile e altri. È autore di “Technosapiens: come l’essere umano si trasforma in macchina” (D Editore, 2021)
Startup che bruciano soldi e non generano guadagni, investimenti da migliaia di miliardi che non stanno venendo ripagati e manovre finanziarie opache: i conti dell’intelligenza artificiale non tornano.
Nonostante la sua complessità, l’ecosistema aperto e decentralizzato simboleggiato da Mastodon continua ad attirare grandi piattaforme come Threads o Flipboard: è la rivincita dell’open web o l’inizio della fine?
Malgrado l’hype sull’AI, la creazione di maggiordomi o tuttofare casalinghi resta un obiettivo difficile. E la forma umanoide non è sempre la migliore.
I dati su cui si alimentano i modelli linguistici corrono il rischio di esaurirsi, e già oggi sono meno disponibili per varie ragioni. Cosa significa per etichettatori di dati, piccole realtà che fanno ricerca, lo stato di salute del Web e gli sviluppi dell’Intelligenza artificiale.
Malgrado goda ancora di enorme fiducia da parte dei finanziatori, la società sinonimo di ChatGPT deve fronteggiare costi esorbitanti, divisioni interne e possibili, imminenti barriere tecnologiche.
Quella dell’Europa sull’AI è una rincorsa difficile. Chi sono i soggetti principali, i progetti della Commissione EU e gli altri incentivi a disposizione.
Non ci sono solo i testamenti digitali. Una serie di startup e progetti aziendali vogliono ricreare il caro estinto in forma digitale. Con cui interagire.
Cosa ci insegna la storia di ELIZA, il primo chatbot che sembrava conversare come un umano. A partire da come il suo creatore divenne un critico feroce della perdita di autonomia dell’umano.
Di fronte all’ennesima bolla scoppiata c’è chi pensa che bitcoin possa ancora consolidarsi come l’oro digitale delle criptovalute. Il punto sul suo stato di salute.