Dall’applicazione per denunciare “irregolari” che promette pagamenti in crypto a quella usata dai migranti per segnalare le forze dell’ordine. Come la tecnologia è al centro delle politiche repressive trumpiane.
Come app, videocamere e censura di internet vengono usati dalle autorità iraniane per controllare i cittadini, in particolare le donne.
Le tensioni geopolitiche e il desiderio di controllo sulla Rete fanno delle VPN il primo e più facile bersaglio dei governi
Dagli spyware alle minacce alla crittografia, dalle leggi repressive sui media alla censura, il laboratorio indiano interroga anche l’Europa. E le tentazioni autoritarie delle democrazie.
Il lavoro della commissione PEGA per indagare sull’uso di software spia da parte di governi Ue si conclude evidenziando assenza di dati, limiti e controlli. Con accuse ai governi e alla Commissione Ue. Tra gli Stati che non rispondono anche l’Italia.
La decisione di Twitter di far pagare l’accesso ai suoi dati preoccupa giornalisti e ricercatori. E il trend è generale.
Dalle democrazie ai regimi autoritari, dalle politiche di sicurezza a quelle sul controllo dei migranti, aumentano le tecnologie che usano il riconoscimento facciale o altre forme di sorveglianza invasiva. Malgrado gli sforzi europei di mettere alcuni paletti.
Con il conflitto, la possibilità di automatizzare ulteriormente le armi e le guerre è diventata più vicina. Protagonisti i droni.
La repressione da parte della giunta militare in Birmania passa anche attraverso il controllo delle comunicazioni e la sorveglianza. Partono le cause per accertare responsabilità .