Mentre le aziende occidentali sfruttano il conflitto per normalizzare i loro prodotti, la Russia applica questa tecnologia per stringere le maglie della sorveglianza. E la esporta pure.
La decisione Usa sull’aborto mostra quanto i dati, anche quelli sulle mestruazioni, siano collegati ai nostri diritti. Specie quando sono messi in discussione.
La sentenza americana sull’aborto ci ricorda che sappiamo ben poco di come vengano usati i nostri dati o di dove possano finire, dice a Guerre di Rete la nota ricercatrice infosec. Ma possiamo fare qualcosa.
Donne, comunità LGBTQ+, gruppi marginalizzati sono più spesso oggetto di attacchi online. E mentre ci si preoccupa già del metaverso, restano alcuni problemi cronici: mancanza di moderatori, trasparenza e accountability.
È vero che le aziende italiane faticano a coprire posizioni nella sicurezza informatica? Lo abbiamo chiesto a una cinquantina di professionisti italiani. Emerge una situazione difficile, ma le cause sono molteplici.
Il pop-up che permette agli utenti di bloccare il tracciamento ha innescato una guerra tra i due colossi. In gioco ci sono i rischi di una profilazione selvaggia ma anche il ruolo di Big Tech nelle nostre vite.
Premier, politici d’opposizione, giornalisti europei sono stati presi di mira da spyware governativi. Uno scandalo senza precedenti su cui ora indaga una commissione d’inchiesta. Ma non avrà vita facile.
Con la pandemia e la guerra, l’indipendenza tecnologica è divenuta centrale in Europa. Anche l’Italia insiste su sovranità e autonomia strategica. Ma, tra cybersicurezza, cloud e produzione di semiconduttori, svincolarsi dai colossi tech non è semplice.
Dai sistemi semi-autonomi già usati in Ucraina alla corsa internazionale ai killer robot. Chi vuole regolamentarle, chi le produce, e che ruolo ha l’industria tech.